L'attività del cervello è sopratutto in relazione col suo ricambio chimico
che può essere più o meno vivace
intenso
rapido. È assai probabile
per non dir certo
che un cervello
nel quale gli scambi degli elementi chimici che compongono la sostanza fondamentale di tutte le sue cellule e fibre
sono più pronti
e nel quale perciò la restaurazione dopo il lavoro è resa più facile e completa
un cervello dove prevale il movimento disassimilatore o catabolico sull'assimilatore o anabolico
sia dotato anche di una più sollecita e forte e bene integrata attività. In allora le percezioni saranno più rapide
la ritenitiva mnesica più persistente
la evocazione delle immagini più viva
l'associazione delle idee più agevole
le interferenze fra la sfera cosciente e la subcosciente più automatiche; ora
tutti questi fenomeni fisiopsicologici costituiranno altrettante ragioni di superiorità mentale anche se la massa in totale ne fosse piccola ed il peso ne fosse basso. Tutto ciò può indurre ad ammettere che nel cervello di un France o di un Gambetta (per rimanere nei due casi classici di apparente sconfitta della legge di correlazione) esistesse per l'appunto uno scambio più intenso di materia e quindi una produzione più forte e più rapida di energia psichica. I recentissimi lavori di un antropologo russo
il prof. Boris Hindzè dell'Istituto anatomico di Mosca
sulla circolazione arteriosa del cervello negli uomini dell'«Eletta»
com'egli si esprime
portano un validissimo contributo a questo presupposto.
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France Gambetta Hindzè Istituto Mosca
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