Se in tutta la serie animale i due sessi si differenziano per i caratteri generali somatici
ossia per la forma
la mole
le proporzioni
le appendici tegumentarie del corpo (senza parlare delle differenze direttamente legate alla sessualità)
è naturale che anche nelle funzioni si ripetano quelli che i biologi chiamano «caratteri sessuali secondarii»: l'uomo e la donna perciò
sono
anzi debbono essere differenti
non soltanto morfologicamente
ma altresì fisiologicamente. Ora la psiche
a tacere qui di qualsiasi sistema filosofico
e integrando sotto tale designazione tutte le attività che le si riferiscono
sensibilità generale e speciale
motilità
emotività
cenestesi
fa parte delle funzioni dell'organismo vivente e non può sfuggire alla legge generale di questo differenziamento sessuale. Voglio dire con ciò che
avendo in Natura i due sessi una loro speciale finalità ed una diversa fisiologia (in massima parte ascrivibile
oggi
alla loro differente formula ormonica)
è assurdo il problema di una loro rispettiva posizione gerarchica.
Sotto questo aspetto
è insostenibile la tesi di una «eguaglianza» naturale e perciò sociale dell'uomo e della donna. I caratteri fisici
distinti
di statura
di peso
di sviluppo osseo e muscolare
di facoltà sensitive
di attività motrici
di potenzialità affettiva ed ideativa
debbono essere naturalmente quelli che sono: mascolini nell'uomo
femminili nella donna. È quasi grottesco dire una cosa cotanto semplice e volgare
ma è necessario ripeterla a coloro che parlano di «eguaglianza» psico-sociale dei due sessi.
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