Ma l'Opoterapia
toltone la tiroidica
non ha dato i risultati che se ne attendevano; le stesse ghiandole genitali per «os» o per iniezioni sottocutanee o endomuscolari non producono effetti chiari e sensibili. L'idea dell'innesto ghiandolare diretto sembra invece contenere le promesse di un più sicuro ed efficace impiego dei succhi ormonici; ma per arrivare a ciò conviene che la ghiandola trapiantata attecchisca nel novello organismo e
seguitando a funzionare
immetta nel sangue il prodotto umorale che la contraddistingue. È in questa via che Sergio Voronoff si è messo
giungendo a formularsi un programma ben vasto: avere i mezzi per rialzare con innesti endoghiandolari l'energia vitale
e chissa? poter forse prolungare la vita. Il suo è adunque
diremmo
un programma di «Biotica» ed anche
possibilmente
di Macrobiotica.
Si è detto che i tentativi del Voronoff non sono «novissimi»
perchè parecchi anni fa Harms tentò nelle cavie ricerche analoghe: l'evocazione storica
intanto
è incompleta
perchè i primi saggi di innesti consimili risalgono al nostro Mantegazza (1866)
e poi Harms non andò più in là della cavia
che si presta ad ogni sorta di esperimenti
ma dalla quale l'Uomo è sotto ogni aspetto così lontano che nulla se ne può
o quasi
dedurre in proposito; egli non usò la tecnica del Voronoff
che a detta degli stessi critici costituisce la sua vera originalità.
Innestare una ghiandola genitale ed in piena attività
tolta ad un soggetto giovane e sano
è incorporare nell'organismo umano la sorgente più efficace della nostra energia vitale; si trattava solo di trovare il metodo che assicurasse la vitalità dell'organo o tessuto trapiantato.
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