Date queste lacune della «mezza coltura»
certamente sarebbe preferibile che le masse versassero ancora nella pristina ignoranza
che intanto le rendeva più fiduciose verso la Medicina
e più docili e riconoscenti verso il medico
laddove oggidì prevale nei più uno spirito di ipercritica e di sfiducia verso la prima
di intolleranza e di sconoscenza verso il secondo. Ma in fatto di infezioni
di contagi
di malattie ereditarie
stimiamo utilissima questa tendenza dei «laici» a voler sapere
perchè allora si tratta di mali che abbastanza spesso la profilassi individuale serve a scongiurare; e se essa non venisse effettuata dagli individui singoli
il corpo sociale non saprebbe come difendersene se non con mezzi coercitivi.
Questa non è che una frazione del problema più vasto
che riguarda la opportunità della cosidetta «educazione sessuale»
giacchè la maggiore ignoranza dei non medici intorno a cose di igiene e di medicina ha riguardato per lungo tempo appunto quelle malattie infettive
che traggono la loro ragion d'essere dalla funzione sessuale. Nell'epoca presente le nozioni su questa funzione e sugli organi che la compiono
sono molto più diffuse
quantunque arrivino al pubblico travisate da errori
da pregiudizii e da lacune; ma è merito di studiosi insigni dell'igiene sociale di avere sollevato il quesito di una conoscenza più copiosa e regolare a tale riguardo tra le giovani generazioni.
Nel termine di «educazione sessuale» si confondono due cose abbastanza distinte: 1° la diffusione di buone e indispensabili conoscenze intorno agli organi ed alle funzioni di riproduzione
ossia
propriamente parlando
la istruzione sessuale; 2° la regolazione volontaria delle tendenze sessuali a scopo igienico e morale
ossia la vera educazione sessuale.
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