Ora
la sifilide può essere talvolta vergognosa conseguenza della dissolutezza
e allora si presenterà come un biasimevole errore; ma molti si infettano nel modo più incensurabile
e non raramente fino dai primi inesperti rapporti sessuali. Indubbiamente essa
nella immensa maggioranza dei casi
viene contratta per mezzo di commercio carnale diretto o indiretto. Ma quel che aumenta di molto il pericolo del contagio nei maschi
è che la infezione si può trasmettere anche coll'uso di bicchieri
di pettini
di spazzole e rasoi
ecc.
ed esser presa nei bagni pubblici o tra le lenzuola di alberghi poco puliti: tuttavia
la evenienza che la infezione entri accidentalmente per queste vie
costituisce una rarissima eccezione. Però sarebbe un eccesso far credere che tale fatto sia comune: in una vera istruzione sessuale
il neurologo e l'alienista
che oggi valutano in tutta la sua ampiezza la subdola azione del treponema
insisteranno sempre che si fissi bene la nozione realistica del contagio per mezzo dell'atto carnale o dei suoi più o meno artificiosi sostituti.
Bisogna anzitutto
che chi ha avuto la sfortuna di contagiarsi
si appresti con abnegazione a sopportarne da solo il gravissimo peso fisico. Questo contagio impone doveri morali
che purtroppo la massima parte degli uomini considera con leggerezza; perciò diciamo che dalla conoscenza più ampia del male deriverà il principio etico della vera educazione sessuale. Chi è sifilitico
non si ammogli prima del tempo che gli verrà concesso da oculati e non condiscendenti sanitari; che se proprio non può o non vuole farne a meno
sappia quale enorme responsabilità si assume di fronte alla sua sposa
alla sua figliuolanza
alla discendenza
e perciò di fronte alla società ed alla umanità.
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