È doloroso constatare che per almeno tre secoli l'educazione reticente ed ipocrita
imposta dai Gesuiti al nostro mondo occidentale
col suo colpevole silenzio intorno alle cose sessuali ha resa ottusa la coscienza morale che riguarda i doveri dell'individuo verso gli altri in questa sfera della condotta
dando una superflua importanza alla peccaminosità «veniale» delle soddisfazioni solitarie
e dimenticando le vere «immondizie» dei «peccati della carne». È codesto silenzio
purtroppo frequentissimo per non dire universale
dei sifilitici
non già l'aver preso il contagio
quel che dovrebbe essere considerato un atto quasi criminale
specialmente quando si voglia convolare a nozze
o quando più tardi si introduca inconsideratamente l'infezione nel talamo coniugale.
Non si può più credere che oggi esista persona appena mediocremente colta che non sappia quel che di terribile può colpire la discendenza del sifilitico. Eppure
è orribile pensare che vi sieno ancora in mezzo alla cosidetta umanità civile degli incoscienti
che recando in sè il germe di tanti mali degenerativi
dolorosi
irrimediabili
lontanamente trasmissibili
massime nel sistema nervoso
non riflettano alle conseguenze dei loro rapporti sessuali
non abbian forza morale per contenersi
e contribuiscano alla creazione di tanti infelici.
La donna
specialmente
ha diritto di sapere
come sposa e come madre
che la sifilide
oltre ad essere contagiosa
è ereditaria; che il triste malanno passa attraverso l'alvo materno nel fragile organismo della nuova creatura; e che più tardi questa lo suggerà col suo latte
mentre essa
la innocente che ne è stata contaminata
non lo saprà nè lo potrà impedire.
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Gesuiti
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