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      Ordinariamente questi ammalati accettano oggigiorno il penoso dovere di continuare i trattamenti specifici per anni ed anni; e se questo fatto si deve ascrivere a merito dei sifilografi non è meno vero che ci rivela nei pazienti uno stato d'animo vantaggioso all'individuo ed all'aggregato sotto l'aspetto eugenetico.
      Si è segnalata da alcuni per certi paesi una diminuzione della paralisi generale e della tabe (noi stessi ce ne siamo convinti). Orbene non si potrà attribuirla soltanto al miglioramento delle prescrizioni da parte dei medici: vi contribuirà anche da parte dei contagiati una più scrupolosa esecuzione di esse; come ci prova il fatto che ricorrendo allo specialista neurologo molti di quegli infermi gli dicono di meravigliarsi delle loro sofferenze «avendo essi preso il mercurio o l'jodio durante tutti gli ultimi anni».
      Ma sopratutto ha giovato la pubblicità che si è fatta attorno alla scoperta di Herlich e di Hata. Quando si annunciò che l'insigne scienziato dopo centinaia di tentativi era arrivato a comporre il suo famoso rimedio che ha poi cangiato l'ispido nome chimico primitivo in quello a tutti accessibile di «salvarsan» tutti lo accolsero con speranza anzi con fervore di fiducia. Se il fanatismo dei primissimi tempi portava danno poichè presentava quale panacea di tutti i casi di lue un acquisto della terapia che lo stesso suo scopritore coscienziosamente avvertiva dover essere usato con le debite cautele e non poteva applicarsi al di là di certi limiti ciò dipese dal solito svantaggio della mezza coltura dei giornalisti che non comprendono quasi mai la necessità dei mezzi termini e sempre descrivono o definiscono in maniera recisa per potere essere capiti dai loro numerosissimi lettori.


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Sessualità umana
di Enrico Morselli
Editore F.lli Bocca Torino
1931 pagine 209

   





Herlich Hata