Ed ecco nascere la prostituzione
poichè fin d'allora la donna conobbe e praticò l'arte della seduzione
non soltanto colla bellezza di quel corpo che era la sua unica proprietà
ma pure col fascino degli ornamenti; per ottenere questi dall'uomo che la desiderava e per rendere la propria condizione meno aspra e meno dipendente
la donna si vendette o si lasciò comprare. Ancora oggi
nel bel mezzo della Civiltà di cui andiamo orgogliosi
non è questa la ragion prima della prostituzione?
Dobbiamo essere sinceri e riconoscere che è molto difficile dire che la prostituzione sia tutta male
e non contenga una parte
se pur piccolissima
di bene. Il fatto innegabile che essa è stata di tutti i tempi
che si è sviluppata e talvolta ha prosperato presso tutte le razze umane
dalle più selvaggie alle più civili; che
anzi
essa è arrivata al suo apogeo nelle grandi epoche della Storia
sia pure segnandovi i principii della decadenza come un frutto che passa oltre alle fasi della sua maturità: tutto ci denota che essa adempie nel consorzio umano una «funzione». Orbene
definire senza preconcetti tale funzione
stabilirne i limiti
indicare
quando sia possibile
gli organi sociali che potrebbero sostituirla col minor danno dell'individuo e col maggior vantaggio del corpo collettivo
ecco un bel programma per una Sociologia positiva
che tenga il piede su di un terreno solido e non si ubbriachi di illusioni astratte. E allora ci si può
ci si deve chiedere
se la prostituzione
dato che appartiene ai fenomeni storici
per così dire universali
sia da condannare senza remissione
e se la mercenaria di amore
dato che si incarica di impersonare questa funzione sociale
sia poi tanto spregevole.
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