Di che la prima bolgia era repleta.
Nel fondo erano ignudi i peccatori;
Dal mezzo in qua ci venìan verso il volto
Di là con noi
ma con passi maggiori.
Poscia i due piegano verso destra sulla ripa rocciosa
e si trovano su di un arco formato dalla roccia stessa per lasciare passaggio alle file dei peccatori:
...con pochi passi divenimmoLà 've uno scoglio dalla ripa uscìa.
Assai leggermente quel salimmo
E volti a destra su per la sua scheggia
Da quelle cerchie esterne ci partimmo.
Quindi noi fummo là
dov'ei vaneggiaDi sotto
per dar passo agli sferzati...
Credo che in questo passo abbiano ragione i commentatori che leggono esterne e non eterne
poichè Dante e Virgilio camminano ora in senso centripeto
dalla periferia del cerchio verso il pozzo centrale costeggiato dalle bolgie più interne. Tutte le bolgie sono attraversate da ponti di roccia
che tra un argine e l'altro formano arco:
Già eravam dove lo stretto calleCon l'argine secondo si incrocicchia
E fa di quello ad un altr'arco spalle.
Ne segue che i Poeti sono sempre in alto rispetto alle valli del cerchio
e per ciò debbono guardare in basso onde vedere ciò che succede nel fondo dell'altra bolgia: questa
pei vapori pestilenziali che la ingombrano
..... è cupa sì
che non ci bastaLoco a veder senza montare al dosso
Dell'arco
ove lo scoglio più sovrasta.
Adunque
mentre la prima bolgia
racchiudente i ruffiani e i seduttori
ha il fondo più o men livellato o scabro di «sasso tetro» e di «color ferrigno»
sul quale corrono a piè nudi i dolenti peccatori; la seconda è costituita da un fosso verosimilmente incavato nel fondo pietroso
e così trasformato in una enorme cloaca
dove adulatori ed adulatrici (o
meglio
prostitute) stanno immersi nello sterco
degno soggiorno per quella «lordura».
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