Ma in questa
come nella precedente bolgia
Virgilio e Dante si fermano poco
quasi che i peccati che vi son puniti
sveglino in essi una specie di nausea: in fretta raggiungono la terza bolgia
quella dei simoniaci
dove noi non li seguiamo.
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I Peccati. - Le dieci Malebolge contengono i peccatori per fraudolenza
i «maligni»
che ingannano
e in queste due prime i fraudolenti
sopratutto sessuali.
Si può subito osservare che la scala dei peccati puniti nell'Inferno Dantesco non corrisponde a quella del dogma cristiano
nella quale si sa che vengono considerati come gravissimi per la sorte eterna dei credenti i cosidetti sette peccati mortali. Dante non dispose il suo Inferno in sette soli gironi
e dei peccati puniti dalla collera Divina secondo i teologi colpì soltanto la lussuria
la gola
l'avarizia e l'ira
omise la superbia e l'invidia
e forse pareggiò l'accidia colla ignavia del suo vestibolo infernale
sebbene il senso teologico di questo ultimo peccato non corrisponda in tutto a quello Dantesco. Più strettamente attaccato alla dottrina Cristiana il Poeta si mostra nel Purgatorio: là sono considerati proprio
l'uno dopo l'altro
i sette vizi capitali; egli è che nell'Inferno il suo animo di Ghibellino cede all'odio politico più che non resti ligio al sentimento religioso
e per ciò i cerchi infernali offrono ai commentatori aspetti più sociologici che non tutti gli altri sessantasei canti del Poema.
In Dante noi vediamo intanto una geniale preveggenza del concetto psicologico che domina nella Criminologia positiva
la quale
discendendo alla analisi delle ragioni profonde del delitto
considera sempre più gravi la colpevolezza e la temibilità del delinquente intellettuale che non di quello istintivo.
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