Debbono essere ricordati a parte
per l'ufficio altissimo loro assegnato nel Poema
i due personaggi altamente simbolici di Bice e di Matelda; la prima delle quali è personaggio tolto dalla realtà e idealizzato
mentre della seconda rimane ancora dubbio se non sia una creazione poetica
nel qual caso sarebbe la finzione più personale di tutta la Commedia
sebbene però alcuni pensino di vedervi la Contessa Matilde.
Rimangono così tre soli personaggi che Dante attinse dall'arte
ossia dalle altre opere anteriori di immaginazione; e sono Mordrèk figlio del Re Artù della Tavola Rotonda (Inf.
XXXII
61)
Orlando il famoso Paladino dello stesso ciclo (Inf.
XXXI
18; e Parad.
XVIII
43)
e finalmente Taide del Canto XVIII dell'Inferno. Ma se i due Paladini
come sembra risultare dalle ricerche storiche
non sono del tutto invenzioni popolari
chè specialmente il secondo visse ed operò sotto Carlo Magno
abbiamo questa singolarità
che di tutto il Poema la sola creatura di pura immaginazione
copiata da una commedia antica
sia la prostituta vista da Dante nella seconda bolgia del cerchio ottavo.
In quanto alla loro situazione nei luoghi diversi
percorsi dalla fantasia di Dante nel mondo dell'Al di Là
quasi ognuno fu da lui prescelto secondo fini assolutamente personali. Non si cerchi sempre nel destino eterno assegnato dal Poeta ai personaggi
massimamente storici
e perciò anche a noi cogniti nella loro condotta
la espressione di un giudizio comune di biasimo o di lode: nell'Inferno non è sempre punito il vizio riconosciuto da tutti
come nel Paradiso non è sempre premiata la virtù da tutti ossequiata.
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