Dante effettuò una specie di giudizio universale
massime sui proprii contemporanei
lasciandosi guidare piuttosto dalle sue opinioni politiche e dai suoi sentimenti di simpatia o di antipatia
di vendetta o di gratitudine
oppure dalla analogia nelle loro finalità di vita. Perciò non sempre la situazione dei suoi dannati
dei suoi penitenti e dei suoi beati corrisponde alla verità ed alla imparzialità storica
ancora meno si trova giustificata da motivi plausibili per noi
suoi posteri
ovvero sanzionata dai criterii posteriori di valutazione politica
morale
religiosa.
Ciò spiega perchè tante volte i personaggi che Dante incontra nei cerchi e nelle bolgie Infernali
nei gironi del Purgatorio o nelle sfere del Paradiso
sebbene in linea teorica dovessero costituire come il tipo di ciascuna categoria dei sopravviventi nell'Al di Là
non siano sempre di prim'ordine
nè di tale importanza da rappresentare il relativo vizio
o la relativa virtù
secondo i nostri apprezzamenti comparativi del Male e del Bene. Altrettanto singolare
per non dire arbitraria
ci sembra in moltissimi luoghi del Poema la scelta dei personaggi rappresentativi: in talune cerchie o sfere il tipo del peccatore
del penitente
o del premiato
ci è offerto con un realismo storico perfino eccessivo
come quando il Poeta rievoca persone del suo tempo pressochè sconosciute
o appena ricordate nelle minute cronache dei Comuni Italiani
mentre altrove il tipo è dato dai maggiori Eroi del mito o dai più eccelsi personaggi della Storia universale.
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