Costui fu uomo pubblico
abbastanza reputato anche fuori del suo paese
cosicchè ebbe ambascierie e venne chiamato a podestà di Imola
Milano
Modena e
pare
anche di Pistoia. Ma non sembra che alla sua reputazione di politico e amministratore andasse congiunta l'onestà
poichè fu accusato di complicità col fratello nell'uccisione di un cugino; e la voce corse
non senza fondamento
sebbene negata da alcuni cronisti
che per ingraziarsi il Marchese Opizzo d'Este
che già estendeva il dominio della sua casa nelle Romagne
gli avesse fatto godere la sorella Ghislabella (dice il Gozzadini) o Ghisolabella
moglie di un Nicola Chiarella di Bologna o di un Niccolò Fontana da Ferrara. Per questo favore si disse che il Marchese lo avesse ripagato di moneta e di protezione
in guisa da agevolargli quella sua carriera pubblica; e si sussurrò ancora che Ghisola
degna sorella di tanto fratello
avesse facilmente ceduto alle di lui sollecitazioni
non per corrispondenza verso il potente Estense che ne era innamorato sul serio
ma perchè anch'essa ne sperava vantaggi «di signoria e grandezza»; però
come scrisse l'innominato postillatore del Codice di Montecassino
«dopo lo fatto ella si trovò a nulla delle promesse».
Lo «sconcio» aneddoto non è ricordato dal Poeta come certo; ma l'aver messo il Venedico tra i puniti della prima bolgia prova che egli ci credeva
e che soltanto la forma e le conseguenze del lenocinio gli restavano indeterminate. Il «come che narra» non è una discolpa. Inoltre il Caccianimico non vien presentato come un peccatore raro
bensì come esempio di un costume assai diffuso nella Bologna di allora
tanto da trovarsi nella bolgia dei ruffiani un numero di Bolognesi superiore a quello della popolazione vivente fra la Savena e il Reno!
| |
Imola Milano Modena Pistoia Marchese Opizzo Este Romagne Ghislabella Gozzadini Ghisolabella Nicola Chiarella Bologna Niccolò Fontana Ferrara Marchese Ghisola Estense Codice Montecassino Poeta Venedico Caccianimico Bologna Bolognesi Savena Reno
|