Ciò scolorisce la figura peccaminosa e criminale di Venedico
e ci permette di dire che Dante
ponendolo all'Inferno
abbia un po' ceduto alla sua animavversione politica di Ghibellino contro il patrizio Guelfo.
*
* *
Altra figura abbastanza scolorita di peccatore è quella del Lucchese Alessio degli Interminelli o Antelminelli. Dante ravvisa quel suo contemporaneo fra gli immersi nello sterco della seconda bolgia:
E mentre ch'io laggiù con l'occhio cerco
Vidi un col capo sì di merda lordo
Che non parea s'era laico o cherco.
Quei mi sgridò: «Perchè se' tu sì ingordoDi riguardar più me che gli altri brutti?»
Ed io a lui: «Perchè
se ben ricordo
Già t'ho veduto coi capelli asciutti
E se' Alessio Interminei da Lucca;
Però t'adocchio più degli altri tutti».
Ed egli allor
battendosi la zucca:
«Quaggiù m'hanno sommerso le lusingheOnd'io non ebbi mai la lingua stucca».
Costui fu pur esso un personaggio pressochè insignificante
cui Dante dette immortalità immeritata
ponendolo fra le sue grandi figurazioni poetiche. I cronisti lo ricordano appena come un patrizio ricco
raffinato
amante del bel vivere
corteggiatore accanito di donne; anch'esso dunque era un seduttore
ma noto specialmente per la sdolcinatezza dei modi e per la manìa di profondersi in adulazioni spropositate verso chiunque. Dante parla di «lusinghe»; ora
in questo sostantivo si trova sempre sottinteso l'elemento di frode o bugia
che sta alle origini dei peccati puniti nelle dieci Malebolge.
| |
Venedico Dante Inferno Ghibellino Guelfo Lucchese Alessio Interminelli Antelminelli Alessio Interminei Lucca Dante Malebolge
|