Ma meritava Giasone l'onore di codesta distinzione semi-divina nell'aspetto e nella impassibilità eroica?
Eroe
Giasone lo era stato nella fantasia mitica del popolo Ellenico al pari di tanti della sua risma. Quasi tutti quegli Dei ed Eroi del mito Mediterraneo ci rappresentano una società
se non più primitiva
certo arcaica nello sviluppo del senso morale: essi sono per lo più degli impulsivi
dei violenti
dei vendicativi
dei crudeli
degli ipocriti e fedifraghi; sopratutto
in fatto di costumi
sono dei veri immorali: sensuali
corruttori
perfino omosessuali. E i colpevoli di seduzione
di ratto
di abbandono di infanti
di violenze carnali
quanti mai sono nel variopinto Olimpo! Ci si può anzi meravigliare che
fra tanti Dei e semidei delinquenti sessuali
Dante sia andato a scegliere Giasone che almeno rimaneva con le sue sedotte fino a paternità assicurata.
Fra gli altri Eroi del ciclo omerico vi era
ad esempio
quel Paride
che sedusse e rapì la già anziana Elena
col prestigio che gli veniva dall'aver visto nude tre Dee
fra cui quella della Bellezza. E vi sarebbe stato anche il padre Enea
traditore della sventurata Didone
se non fosse stato l'eroe prediletto del suo Virgilio. Ma fra gli Dei medesimi v'era quell'imperterrito seduttore di donzelle
che gli antichi avevano messo all'apice della scala divina
quel Giove Olimpico e Massimo
che si serviva della sua supremazia per portare a perdizione
anche con la simbolica pioggia d'oro
tutte le ragazze che gli piacevano
e Danae
ed Io
ed Europa
e Leda.
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