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      .. e chi sa quante altre. Ora Giove aveva moglie per cui le sue arti corrompitrici avrebbero meritato un castigo nell'Averno; ma Dante era rispettoso dell'autorità costituita della regalità e della Maestà comunque si ammantassero anche sotto la furfanteria o la inettitudine (quell'Arrigo di Lussemburgo il suo idolo imperiale insegni!): perciò rispettò il salacissimo Nume sebbene peccasse con Ganimede anche d'un vizio innaturale; e preferì Giasone.
      Questi alla fine non pare un sensuale nè un violento: era celibe e prendeva di mira le nubili; e forse come tanti fra gli ingannatori di ragazze credeva magari nella sincerità delle sue promesse di matrimonio: l'amore toglie spesso la facoltà di sincerarsi dei proprii sentimenti e della propria volontà. Tuttavia in America e negli Stati che puniscono quella mancata promessa Giasone avrebbe dovuto pagare fior di quattrini per risarcire le due tradite dei danni dirò così materiali e morali subiti. Ma da noi nè Isifile lasciata incinta in un'isola deserta di maschi che potessero assumersi la responsabilità di quella gravidanza da fille-mère; nè Medea che figliò due volte o più avrebbero potuto citare il loro seduttore davanti il Tribunale. Anche adesso la Civiltà permette dunque di guardare la stessa cosa sotto aspetti differentissimi! Nè sarà inopportuno a conferma della estrema variabilità dei costumi morali in seno alla Umanità ricordare sempre che nell'Antichità quel perpetuo satiriaco di Giove era adorato con devozione generale e che Giasone al pari di tanti odierni traditori di ragazze non andò in prigione ne pagò indennizzi ma visse consideratissimo nel suo paese fino ad imparentarsi con una famiglia regia fino a figurare tra gli Eroi della classe maggiore accanto a quel Teseo che fu altro sfruttatore di donne (si pensi ad Arianna abbandonata sullo scoglio) e accanto ad Ercole ucciso dalla gelosia di Dejanira ma masochista ai piedi di Omfale.


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Sessualità umana
di Enrico Morselli
Editore F.lli Bocca Torino
1931 pagine 209

   





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