Esaminiamo ora le arti seduttrici di Giasone nella loro intrinseca colpevolezza. La prima delle sedotte non doveva essere una sciocca
se
osserva acutamente il Poeta
aveva ingannato tutte le altre donne del suo regno. Ciò accresce la colpa dell'Eroe in quanto egli avrà dovuto aguzzar le sue armi
caricare le tinte della sua passione
sfoderare argomenti più poderosi
per vincere le riluttanze della furba Isifile; e Dante lo mette in rilievo. Ma Giasone doveva poi anche incontrare alla fin fine poche difficoltà: era il capo della spedizione
aveva prestanza di forme e «aspetto regale»; ed è naturale che a lui
fra tutti i cinquanta Argonauti (chè tanti erano sulla nave gli ardimentosi
secondo la leggenda)
toccasse il boccone migliore. E non aveva concorrenti: Lemno non contava più che donne (il vecchio Toante era fuori dell'agone)
e si capisce come la ragazza non sapesse resistere a quel giovane e audace forestiero. Nè forse soltanto la figlia del re
ma anche altrettante belle
sebbene «spietate» isolane
si saranno concesse ai quarantanove compagni dell'Eroe.
Da ciò potrebbesi arguire che Giasone non fu
in sostanza
un gran seduttore. Anche con Medea le arti di seduzione dell'avventuriero non furono eccessivamente tortuose. La sua maggior colpa fu di lasciarla dopo parecchi anni di utilizzata convivenza maritale e dopo averla resa madre almeno due volte; ma in riguardo alla sua abilità di vincitore di quel cuore femminile
direi che le cose non gli riuscirono molto ardue.
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