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      L'Alighieri infierì contro la sodomia che oggi invece non figura fra i reati ove non avvenga con violenza o con scandalo; ma non c'è da stupirsene pensando che l'orrore contro questo peccato durò intensissimo fino al 1750 quando nella piazza di Grève a Parigi furono mandati al rogo due individui imputati di quell'atto. Bisognava che nascesse il nostro immortale Cesare Beccaria a dimostrare che la pena non deve essere una vendetta ma una difesa sociale (a parte il concetto della emenda del colpevole): bisognava che la mentalità Latina sempre equa ed umana dimostrasse con Cesare Lombroso che il delitto è assai spesso il prodotto di una malattia o di una predisposizione congenita indipendente dal volere individuale. Così fu che soltanto da poco più di un secolo vi è una certa proporzione fra la colpa e la pena e che sono scomparse tutte le pene infliggenti dolori atroci. Ma nel secolo XIII e XIV ancora usavano l'amputazione della lingua del naso e delle orecchie il tagliuzzamento delle carni l'attanagliamento lo slogamento delle membra l'inchiavatura della bocca la frattura della tibia l'abbruciatura lenta dei piedi la bollitura in olio il rogo... E il meno male che potesse capitare ad un reo era di venir decapitato dal boia che qualche volta era anche inesperto nel qual caso la testa era troncata a piccoli tagli; poteva anche il reo dirsi fortunato se lo gettavano in acqua entro un sacco di pelle o con una pietra al collo!
      Così avviene che l'Inferno Dantesco sia di una materialità addirittura primitiva come già lo aveva imaginato la paura popolare e come esso è pensato ancora oggi dai selvaggi: un luogo di torture corporali.


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Sessualità umana
di Enrico Morselli
Editore F.lli Bocca Torino
1931 pagine 209

   





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