Secondo la pittoresca descrizione di Dante i lenoni e i seduttori della prima bolgia son costretti a camminare per l'eternità in senso opposto
formando due file incessabilmente e «crudelmente» percosse in sulla schiena dalla frusta dei demoni. Commentatori un po' sottili han voluto vedere in quel perpetuo obbligo di correre sotto la scuriada un simbolico accenno al precipitare delle donne sedotte verso la perdizione (!); ma io non vi veggo altro che un inasprimento della pena
in quanto quel modo di incedere permette ai demoni di menare la frusta sui peccatori
l'un dopo l'altro
senza interruzione.
La immersione nello sterco
per quanto io so
non figurò mai fra le pene comminate contro i rei anche fra i popoli più bassi. Si sono avute le immersioni in acqua fino al collo
anzi fino alla bocca o con tutta la testa
onde iniziare l'asfissia e così strappare al reo la confessione; si sono avute immersioni atroci
ora parziali ed ora generali
in olio od in pece bollente fino alla cottura del corpo... Sono orrori incredibili; ma la crudeltà umana non ha mai avuto confine
aiutata com'è dalla intelligenza messa a servizio degli istinti bestiali di rancore e di odio.
Ma in Dante si deve sempre cercare il simbolismo della penalità; e poichè è dalla bocca degli adulatori e delle adescatrici che escono le parole melliflue
piene di falso sentimentalismo
ma menzognere ed ingannatrici
giusto è che chiunque pecca in quel modo sia punito con ciò che di più lurido esiste sulla terra
cogli escrementi che sono il rifiuto dell'organismo.
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Dante Dante
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