E si badi alla natura loro secondo il Poeta. Poteva questi fare immergere i suoi dannati nel fimo animale in genere; ma no: ha preferito proprio quello umano che per la complicata nostra alimentazione supera
nelle sue proprietà antigieniche e nella sporcizia
le feci della maggior parte degli altri animali
e per ciò rappresenta anche simbolicamente la massima corruzione morale. Di tutto l'Inferno Dantesco è questa la pena più turpe.
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L'Inferno
oltre ad essere di una plasticità insuperabile
ci offre con la raffigurazione dei peccati e dei peccatori sessuali
che ho esaminato
un contenuto di altissimo significato morale; ed è mirabile conferma del profondo
coscienzioso fervore per quella Idealità superiore che tutta pervade il Divino Poema. Poichè sarà vero che Dante Alighieri non fu sempre in grado o non ebbe la volontà di rinunziare agli ideali religiosi del suo tempo e ai concetti politici del suo partito; ma come li ingrandì
come li nobilitò
come li fece sangue e succo della nostra mentalità Latina!
Sono stati toccati i problemi più scottanti della vita sociale
gli atti più reconditi della condotta individuale
quelli che soddisfano l'istinto più pericoloso per la morale pubblica. Nella stessa pittura dei vizi più ignominiosi
dei peccati più osceni
Dante palesa sempre quel senso di misura che caratterizza il genio Latino. Perciò il suo poema ci innalza nelle più sublimi sfere del pensiero
e nelle più pure del sentimento; rinvigorisce in noi il ribrezzo pel vizio e la riverenza alla virtù; ma rinsalda pure il concetto della Patria come cittadini
della Fede se siamo credenti
della Civiltà Latina in quanto siamo Italiani ed eredi di quell'alma Roma che Egli guardava «sì come speglio» di una Civiltà Universale.
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