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Nell'uomo
come nella donna
il climaterio è talune volte un vero periodo tragico
non tanto sotto l'aspetto fisiologico
chè al diminuire dell'attività genitale la maggioranza degli uomini soggiace con graduale rassegnazione
quanto dal lato psicologico sul quale la fase involutiva si riflette assai spesso senza che l'individuo stesso ne abbia il più lontano sentore cosciente. Le manchevolezze della virilità dànno a molti uomini quinquagenarii una fisionomia mentale particolare: il rendimento del loro lavoro generalmente diminuisce e compaiono certi vaghi disordini neurosici (neurasteniformi)
che dalla comune vengono attribuiti per l'appunto alla faticabilità maggiore
al bisogno di rallentare l'opera propria
alla necessità di risparmiare le forze
ma che in realtà non sono che la trascrizione della diminuita virilità fisiopsichica.
Sotto l'aspetto del carattere sono degni di menzione la diminuzione della spontaneità
del coraggio
dell'aggressività tipica del sesso
la diminuzione dello spirito di iniziativa e di intraprendenza
la perdita del senso di opportunità energetica nell'azione. Talvolta si osserva un ritorno al sentimentalismo e romanticismo poetico dell'età adolescente (forse in compenso della diminuita virilità)
con qualche analogia infatti alle fasi della pubertà: donde depressione morale
tristezza
allontanamento dalla vita sociale
taedium vitae
e non raramente desiderio di morte e propensione al suicidio
che potrà diventare un impulso irresistibile se dalle semplici modificazioni caratterologiche l'individuo passa alle psicopatologiche
ciò che accade spesso insensibilmente.
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