Accenno solo ancora alla frequenza con cui insorge
proprio in questa epoca
la paralisi progressiva. Su questo ultimo punto tutti gli psichiatri ed i neurologi sono d'accordo; le cifre statistiche dimostrano che la malattia scoppia per lo più tra i 35 e i 45 anni (per alcuni autori sino ai 50). Certo che dopo i 55 la malattia diventa sempre più rara; il che farebbe appunto coincidere l'epoca della «periencefalite» a quella «climaterica». Del resto nella donna la paralisi progressiva
sebbene meno frequente
è poi più precoce che nell'uomo; altro argomento questo che depone in favore di un nesso tra la declinazione dell'organismo e la sua aggredibilità per parte delle spirochete annidatesi nei centri nervosi superiori
dove esse tanto più agiscono patologicamente quanto più gli strapazzi
gli eccessi
le ansietà
i traumi e l'affievolimento della sessualità diminuiscono la resistenza organica del cervello oramai arrivato alla fase preinvolutiva.
Non è dubbio quindi che nell'uomo
come avviene nella donna
ad una età che è contenuta nei limiti dai 45 ai 60 anni
si producono modificazioni profonde ed insorgono disturbi ed alterazioni nella funzione dei diversi sistemi ed apparati. Per la patologia umana è questo un particolare capitolo che si inizia e si sviluppa appunto e solo in questo periodo della vita
e che si conchiude col sopravvenire della presenilità e della senilità propriamente dette.
Età dolorosa per molti che vi incominciano a «sentire il peso degli anni». Non certo a costoro è il teorico e leggendario sereno invecchiamento
poichè lo stridente divario del nuovo stato ed il forzato adattamento alle imposte rinuncie inducono con profonda amarezza alla rievocazione dei freschi e vigorosi anni giovanili.
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