PARTE TERZA
PSICOPATOLOGIA SESSUALEPerversioni morali e criminalità
nel climaterio maschile.
Non pochi studiosi degli ultimi tempi
anzi tutti l'alienista italiano Silvio Venturi
e poi l'Halford
il Curch
lo Skae
il Parisot
il Valleteau
il Bombarda
il Galdi
il Marcuse e più presso a noi il dott. prof. Isola
il prof. N. Pende
lo Zucchi
e altri medici
sociologi
psichiatri
eugenisti
sessuologi
hanno insistito e vanno insistendo sulla necessità di paragonare un dato periodo di anzianità preinvolutiva nel maschio alla fase denominata per l'appunto «climaterio» nella donna. La patologia e la psicopatologia conoscono da tempo le modificazioni che avvengono negli uomini giunti a questa età
le quali modificazioni ho altrove brevemente elencate: ma non so però che il «climaterio» maschile sia mai stato preso in considerazione dai psicosociologi e dai criminalisti come possibile fattore di mutamenti profondi nelle tendenze dominanti la nostra condotta e conseguentemente nel valore sociale e morale degli individui.
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Anche l'uomo avverte
come la donna
consciamente o no
gli effetti della declinazione delle sue attività genesiche. Forse è appunto in questa minorazione che il maschio prova
anche se non confessa
che risiede la principale causa del suo ripiegarsi su sè medesimo per il sentirsi meno virile
non tanto di corpo quanto di spirito
e del suo cadere poi in un comune quadro neurastenico. Non per nulla infatti l'Adler
per il successo nella vita e per la resistenza alle malattie neuropsichiche
ha dato importanza al «virilismo»
che ci donerebbe un senso fisico generale ed un sentimento psichico correlativo di vigore personale
di energia
di superiorità. Si ritornerebbe così a Federico Nietsche!
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