E più l'innamorato idealista fa proteste di purezza e di castità
più la sua coscienza si mostra assediata
dominata dalle immagini sessuali: il suo pseudo-idealismo è la naturale trasformazione della sessualità irrompente dai bassi fondi dell'inconscio.
Anche nelle amicizie dei Collegi femminili si odono e si leggono ad ogni istante le più ingenue proteste di assoluta purezza sentimentale. E niuno dubita che quelle giovinette non sieno
generalmente parlando
in buona fede: ma esse camminano
a loro insaputa
per una strada pericolosa. La dolce simpatia che parla al loro cuore
è purtroppo
nella immensa maggioranza dei casi
un inganno dell'istinto. Sotto le grazie e la finezza dell'aspetto
sotto il mite carattere e l'elegante disinvoltura dell'«amica»
l'istinto
aberrante e quasi cieco nelle sue prime manifestazioni
cerca la virilità
la soggiogazione
la rozza tirannia del futuro amante e marito. E così avviene che il platonismo di cui si compiace la fervida imaginazione di quelle adolescenti
duri tanto poco e concluda
più presto o più tardi
verso i soliti due esiti di ogni sentimento nato da una tendenza istintiva: o verso la soddisfazione
qualunque essa sia
del bisogno; o verso la stanchezza fisica e la delusione morale
che susseguono al mancato appagamento della tendenza.
Giacchè - a che cosa
qui
servirebbero i sottintesi e i falsi pudori? - di quel «platonismo» o «idealismo» sentimentale
agitato da dolori e da lagrime
a quando a quando violento e irragionevole
repentino ardente e consumatore come una «fiamma» (e lo chiamano proprio così
nella ingenuità metaforica del loro gergo di Collegiali)
di quell'amicizia protestata cotanto intellettuale
eppur troppo sentita
le radici si approfondano al di là o al di sotto dell'anima
in pieno istinto fisico.
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