Più spesso
però
così nell'amicizia come nell'amore
l'affinità si fa per un vero contrasto
per dissimiglianza: ciascuna delle due personalità cerca nell'altra ciò che manca a sè medesima. Ma nell'uno e nell'altro caso
se fosse possibile sovrapporre le personalità umane come le superficie geometriche
si troverebbe il completo combaciarsi delle loro rugosità
delle loro anfrattuosità inverse.
Le amicizie
che ci offrono tutti questi fenomeni
si possono
dunque
dire un prodotto curioso di amalgama psicologico fra le tendenze simpatetiche pure e le sessuali. Se ne vuole un'altra prova? La si troverà nel fatto che la «fiamma» è un fuoco effimero di passione
malgrado la sua duplice sorgente. L'«amicizia» fra collegiali è subitanea
è intensa
ma dura poco; e dura tanto meno
quanto più l'affinità tra i due si sia originata per le sole doti fisiche o per le sole doti morali. La causa del quale immaturo spegnersi di un'amicizia cotanto calda sta
evidentemente
in questo: che il fisico ha poca parte nella costituzione della simpatia sociale (salva
s'intende
la simiglianza nel tipo)
mentre
a sua volta
il morale è insufficiente
da solo
ad alimentare la «fiamma». Che se poi mutano le condizioni di vita od impressioni diverse indirizzano per la via normale l'istinto aberrante
è chiaro che l'appassionata «amicizia» si spegne perchè o priva di stimoli
o svuotata del suo primitivo contenuto.
Del resto
mai più nelle ulteriori manifestazioni dell'istinto sessuale
nelle relazioni a base di vero amore fra individui di sesso diverso
si vedrà un'analoga partecipazione dei sentimenti sociali.
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