Il primo è che non consta vera l'affermazione di coloro che vedono aumentati
con il progredire della civiltà
gli ostacoli al soddisfacimento dell'istinto sessuale. Il secondo è la conferma che i sentimenti e le idee della nostra sfera etico-estetica sono in una continua evoluzione. Mi preme dire poche parole anche su ciò.
Che oggi gli ostacoli opposti al bisogno sessuale siano di gran lunga minori che non pel passato
è cosa ovvia a chi abbia anche una superficiale conoscenza delle società umane poco progredite. Molti «assetati di voluttà» forse rimpiangono l'epoca di selvatichezza primitiva
in cui l'uomo avrebbe vissuto in una condizione di promiscuità sessuale; ma le ricerche degli etnografi hanno posto in dubbio codesta supposizione: ed è ben più probabile
per considerazioni biologiche
la tesi che vede nell'uomo primitivo un Primate vivente o in una condizione di monogamia
per lo meno fino al termine del completo sviluppo della creatura
o in una condizione di poligamia che favoriva solo i maschi più robusti e creava
perciò
un numero di sconfitti in amore assai più grande di quello che si lamenta adesso.
Il vero è che in tutte le fasi a noi cognite di civiltà inferiore od in via di sviluppo
che in tutti gli aggregati selvaggi e barbari
le restrizioni sessuali sono di gran lunga più numerose e svariate
ed oppressive e crudeli che non siano le nostre. Bastano a provarcelo i costumi della esogamia e della endogamia; le proibizioni assolute di unioni coniugali fra le diverse classi sociali; le terribili pene contro l'adulterio; le gelosie feroci del maschio; l'avvilimento in cui vi giace la donna
la quale
non che esser priva di personalità civile
non ha diritti
nè libertà
nè sicurezza.
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Primate
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