Il mio indimenticabile maestro ed amico vi ha dedicato quattordici capitoli alla descrizione dei dolori onde può essere sventurata la umana creatura, e forse non li ha descritti e neppur nominati tutti!
Dal lato fisico son da ricordare, in primo luogo, i dolori traumatici da ferite, contusioni, lacerazioni, distacchi, spappolamenti di organi o di parti del corpo, come accade nei grandi disastri ferroviarii, nelle odierne battaglie, negli infortunii sul lavoro. Vengono, in secondo luogo, i dolori spontanei dei morbi comuni, che colpiscono coi loro processi infiammatorii o distruttivi o compressivi la sensibilità generale dolorifica, risiedente in quasi tutti i tessuti del nostro corpo: essi raggiungono un’acutezza estrema in dati tessuti ed organi. Seguono i dolori degli organi speciali di senso. Si pongono in calce i patimenti che dipendono dall’insoddisfazione degli istinti fondamentali, la fame e la sete; meno acuti, ma sentiti fortemente da certi individui, i dolori dell’istinto sessuale.
Dolori patologici acerbissimi son quelli di molte neuralgie; la sopraorbitale, la facciale, la intercostale, la sciatica, la coccigea per i nervi esteriori, la nefralgia, la gastralgia, certe enteralgie o splancnalgie per i nervi interiori, raggiungono in taluni soggetti l’acme della sofferenza. Altrettanto forti sono in certi casi la emicrania, l’otite, il glaucoma, l’angina pectoris, la colica renale, la colica epatica, la ostruzione intestinale, il carcinoma dello stomaco e quello specialmente dell’utero e del retto, certe forme di artrite e di gotta, i tumori endocranici, le rachialgie da tumori entro lo speco vertebrale, certe spondiliti comprimenti i nervi radicolari, certi tenesmi rettali da ragadi o da proctalgie, a volte il tenesmo vescicale da litiasi, senza dire dei cancri della bocca lingua e laringe.
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