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      Fra le malattie acute arrecano dolori talvolta atroci la rabbia, il tetano, la meningite, certe encefaliti letargiche, l’idrocefalo rapido. La lista tremenda non è completa, ma bastano queste enunciazioni per darci l’imagine delle grandi miserie cui è soggetta la povera Umanità.
      Dopo i fisici, i dolori morali, che parrebbero dover essere meno intollerabili, e che tuttavia alcune volte superano in fierezza gli stessi dolori organici a seconda della personalità che li avverte. Il Mantegazza metteva qui i dolori sensuali misti a piacere, (il solletico, il prurito, i pervertimenti sessuali sadici e masochistici); indi i dolori del sentimento e quelli morali di persona prima (offese all’amor proprio, al sentimento fondamentale di proprietà, e a tutti gli egoismi). Elencava in seguito la paura e il terrore; i dolori di persona seconda (offese all’amore, agli affetti famigliari e sociali ed al sentimento di religione e di patria); la nostalgia; la malinconia; la noia; l’ipocondria; in ultimo, i dolori intellettuali.
      Si va, in questa enumerazione, dai dolori biologicamente più sentiti, da quelli che dipendono dalla lesione delle strutture dove è la fonte della vita organica, ai meno sentiti sotto l’aspetto vitale, cioè a quelli che derivano dall’offesa dei sentimenti etici ed estetici. Ora, è evidente che lungo questa scala l’eutanasia dovrebbe avere limiti ragionevoli, quantunque la suscettibilità individuale possa portare le offese ai sentimenti meno corporei e più ideali, quale il patriottico od il religioso, in primissima fila, cioè alla fase di assoluta intollerabilità ed al parossismo della disperazione.


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L'uccisione pietosa (L'eutanasia)
In rapporto alla Medicina alla Morale ed all'eugenica
di Enrico Morselli
Editore Bocca Torino
1928 pagine 230

   





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