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      Ed ecco spuntare il programma di una nuova disciplina medico-sociale, di pura origine scientifica, ma di contenuto essenzialmente tecnico e pratico, che si è venuta costruendo sotto i nostri occhi da quando Francis Galton cominciò le sue memorabili ricerche sulle leggi dell’ereditarietà dell’intelligenza e del genio nella specie umana (1869), e da quando, con geniale intuizione delle sue alte finalità per il destino delle nazioni civili, egli le dette il nome, oggi divenuto popolare, di "Eugenica nazionale", o, semplicemente, di "Eugenica". Da allora studiosi eminenti in ogni ramo delle Scienze biologiche e sociali, antropologi, medici, igienisti, ed anche uomini politici e filosofi di ogni paese colto le hanno dedicata una attività sempre più instancabile. Indagini sperimentali, deduzioni talvolta ardite, periodici, sodalizi, Congressi internazionali, mantengono vivo, e già in più punti efficace, questo movimento intellettuale diretto a studiare le cause della degenerazione e a domandare e a proporre riforme adeguate nelle leggi e nei costumi. Esiste al riguardo una letteratura enorme; non mi posso neanche sognare di dare solo i nomi dei principali ricercatori, scrittori e polemisti in un campo così fertile e così febbrilmente coltivato. Per restare nei limiti dell’argomento, che è quello dell’eutanasia applicata a scopo di selezione nella cerchia delle razze incivilite, mi basterà accennare le opere più generali dell’ultimo decennio: Bayer, Bölsche, Correns, Davenport, Eug.


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L'uccisione pietosa (L'eutanasia)
In rapporto alla Medicina alla Morale ed all'eugenica
di Enrico Morselli
Editore Bocca Torino
1928 pagine 230

   





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