Avrebbe anzi questo gaz sul cloroformio e sull’etere notevoli vantaggi; in soli 20 secondi esso produce obnubilazione della coscienza, e dopo altri 40-50 secondi, quando siano penetrati nel sangue appena 50 milligrammi di protossido, la coscienza si spegne del tutto. Se si spinge la dose del gaz circolante nel sangue a 60 milligrammi, l’individuo passa da vita a morte insensibilmente. Nessuno dei fatti disgustosi che si avverano nella cloroformizzazione: non agitazione, non senso di angoscia, non delirio, non allucinazioni, quali colpiscono molti soggetti prima di cadere nello stato di incoscienza. Il gaz potrebbe essere somministrato facendo entrare il soggetto in un locale disposto all’uopo ("sala dell’eutanasia"); dapprima gli si farebbe una iniezione di due centigrammi di cloridrato di morfina, chè anzi, per rendere tale piccola operazione pur’essa indolora, si anestetizzerebbe la parte con vaporizzazioni di cloruro di etile. Posto così il soggetto in una fase preliminare di benessere cenestesico e di calma dello spirito, gli si farebbe respirare il protossido di azoto, finchè attraverso uno spiraglio non fosse accertato il suo trapasso definitivo.
Tutto ciò può sembrare un paradosso (il Binet-Sanglé è notissimo per la sua non meno paradossale opera su Gesù Cristo, da lui ritenuto un tubercoloso, allucinato, megalomane e teomane!); eppure, io non conosco per ora nulla di meglio per riguardo alla procedura tecnica dell’eutanasia.
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Ma supponiamo vinte tutte le obiezioni che io esporrò nella seconda parte di questo opuscolo, supponiamo sedate tutte le opposizioni sentimentali che per ora solleva nell’animo nostro l’idea di questo "ammazzamento legale": a chi spetterebbe il còmpito di metterlo in esecuzione?
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Binet-Sanglé Gesù Cristo
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