Nel suo libro su La Morte, toccando lo scottante tema, Maurizio Maeterlinck, che non è medico, ma letterato, ha risposto senza esitazione - Tocca ai medici! - ed ha scritto la pagina seguente:
Tutti i medici reputano che il primo dei loro doveri sia quello di trascinar più lungi che sia possibile le atroci convulsioni dell’agonia, anzi della più disperata agonia. Eppure, chi, al capezzale di un morente, non ha voluto le venti volte, e non lo ha osato, gettarsi alle loro ginocchia per impetrare mercè? Ma essi sono pieni di tanta certezza [?], e il dovere cui obbediscono lascia così poco posto al dubbio, che la pietà e la ragione, acciecate dalle lagrime, reprimono la loro rivolta e indietreggiano davanti una legge che tutti riconoscono e venerano come la legge più alta dell’umana coscienza.
Un giorno questo pregiudizio sparirà e ci sembrerà barbaro. Le sue radici scendono fino a quei timori inconfessati che delle religioni, morte da lungo tempo nella ragione degli uomini, hanno invece lasciato nei loro cuori. Ecco perchè i medici agiscono come se fossero convinti che non vi è tortura conosciuta che non sia preferibile a quelle che ci aspettano nell’Ignoto: e fra due mali essi, per evitare quello che sanno immaginario, scelgono il solo reale... Ma un giorno verrà in cui la Scienza si ribellerà a questo suo errore e non esiterà più ad abbreviare le nostre sventure; un giorno verrà in cui essa oserà ed agirà a colpo sicuro; in cui la Vita, fattasi saggia, se ne andrà silenziosamente alla sua ora, sapendo di aver raggiunto il suo termine, come ogni sera si ritira [?!] sapendo che il suo còmpito è fatto
| |
La Morte Maurizio Maeterlinck Ignoto Scienza Vita
|