Orbene, quei pazienti operandi passano insensibilmente, per così dire, pacificamente, dal sonno anestesico alla morte e non manifestano segni di sofferenza alcuna.
Qualora si esamini il meccanismo fisiologico della cloronarcosi, si trova che essa va dalle funzioni superiori del sistema nervoso (sensibilità cerebrale, coscienza) alle inferiori; dalle più evolute filogeneticamente e dalle più recenti ontogeneticamente a quelle che costituiscono la forma primordiale delle reazioni vitali, risiedenti nel bulbo, e che diremmo organiche (respirazione, circolazione). Ora è allo stesso modo che progredisce l’agonia: così che questa può essere considerata, come scrive Barbillion, una anestesia naturale. Nell’agonia la prima ad estinguersi sarà la sensibilità cosciente; quindi il potere eccito-motorio della midolla spinale, con che scompare anche la sensibilità reflessa; in ultimo viene attaccato il bulbo: la inspirazione di ossigeno e la eliminazione d’acido carbonico diventano sempre più difficili, provocandosi così la intossicazione progressiva del "nodo vitale", e alla fine il respiro si ferma ed il cuore cessa di pulsare: è la morte! "Il morente non può essere dunque lo spettatore lucido della sua fine, e con ciò sfugge alla prova più spaventosa che si possa immaginare... Tutto il dramma si compie e si risolve nel silenzio e nelle tenebre dell’Incosciente, al modo istesso che all’origine della vita individuale si era durante lunghi mesi elaborato nelle tenebre e nel silenzio lo sviluppo di un organismo che solo tardi acquista coscienza di sè"; la differenza sta soltanto nel tempo di questo lento acquisto e di questa rapidissima perdita della consapevolezza di vivere.
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Barbillion Incosciente
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