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      E ne indicò le cause: l’ignoranza; gli errori di giudizio; l’autosuggestione od ossessione; l’insufficienza di cognizioni anatomiche; l’insufficienza dello spirito di sintesi; il timore di responsabilità; la reale difficoltà del diagnostico; l’esame imperfetto o incompleto dell’ammalato. Otto cause di sbagli! Così che il Municipio di Nuova-York, impensierito a giusta ragione di questo mezzo fallimento della Medicina pratica, ordinò un’inchiesta,... che naturalmente lasciò il tempo che aveva trovato e non potè impedire alla gente di morire per mali disconosciuti o ignorati o scambiati. Non so se una verifica consimile si sia mai fatta in Europa: forse da noi gli sbagli sarebbero minori, data la maggiore serietà dei nostri studî Universitarî ed Ospedalieri; tuttavia, errori diagnostici, talvolta perfino incomprensibili, si commettono ogni giorno. E allora... le prognosi?...
      Già è dubbio che un medico coscienzioso e saggio osi sentenziare sull’esito prossimo o lontano di certe malattie: nel campo neurologico ci ricordiamo ancora dell’ammaestramento dello Charcot: "non prognosticate mai con pessimismo assoluto: l’imprevedibile è sempre possibile". Figuriamoci poi con quale animo ci si potrebbe accingere ad emettere una sentenza di morte, che sarebbe inappellabile, al solo ed unico scopo di contentare il desiderio suicida del malato o la commiserazione di parenti ed amici. Nè l’aggregarsi di altri medici per un parere consultivo ci salverebbe dal tormentoso dubbio: due o tre incertezze personali addizionate non costituiranno mai una certezza collettiva.


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L'uccisione pietosa (L'eutanasia)
In rapporto alla Medicina alla Morale ed all'eugenica
di Enrico Morselli
Editore Bocca Torino
1928 pagine 230

   





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