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      Nel progetto portato davanti al Parlamento Germanico si esigeva in tutti i casi l’intervento di un Tribunale che doveva ascoltare il malato desideroso di morire; se ne sarebbe valutato il "diritto alla morte": per di più si sarebbe eseguita una perizia medica. Ma è chiaro che tutte queste precauzioni giuridiche, colle loro procedure burocratiche e lungaggini peritali, sarebbero tale tormento pei poveri pazienti che questi vi rinunzierebbero volentieri, e senza dubbio preferirebbero darsi la morte colle proprie mani, anche se non potessero usare i mezzi "dolci" ufficialmente promessi.
     
     
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      Fermandomi entro i confini del mio campo speciale, i neurologi si trovano in condizioni scabrosissime di prognosi (senza parlare delle oscurità diagnostiche) rispetto a molte malattie organiche del sistema nervoso, considerate comunemente inguaribili, e talvolta dolorosissime fino all’ultimo. Non possiamo o, meglio, non dovremmo mai sentirci assolutamente sicuri nel pronunziare una sentenza di inguaribilità anche dinanzi ad un caso disperato di tabe, o di affezione midollare combinata: almeno si sono visti dei tabetici, dei mielitici e dei sifilitici avariati nei centri nervosi, non ostante la fase avanzatissima del loro processo, riacquistare una condizione, se non soddisfacente, almen tollerabile di salute, sopratutto coll’attenuarsi dei così detti sintomi subbiettivi. Nè mancano i casi in cui le apparenze, sia di dolori ineffabili, sia di prossima fine, possono tenere alla miscela di fatti isterici, come la guerra ci ha rivelato.


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L'uccisione pietosa (L'eutanasia)
In rapporto alla Medicina alla Morale ed all'eugenica
di Enrico Morselli
Editore Bocca Torino
1928 pagine 230

   





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