Queste associazioni istero-organiche serbano sempre grandi sorprese, non soltanto ai diagnosticatori e prognosticatori empirici o faciloni, ma altresì ai clinici più esperti ed avveduti.
Che cosa dire, poi, di tutte quelle malattie nervose di natura "funzionale" o "psicogena", nelle quali vedemmo infierire, per lagno incessante dei malati stessi, i patimenti più orribili di lunghissima e invariabile durata, e nelle quali il complesso dei sintomi di spasmo, di paralisi, di distrofie cutanee, di demaciazione, ripete la figura del biblico personaggio di Giobbe? Sono dessi la materia patologica, con cui si creano e si raffazzonano i "miracoli"; e naturalmente, per il volgo, costituiscono la dimostrazione più chiara della "bancarotta" della Scienza umana. La storia di Lourdes può insegnare la prudenza, tanto agli increduli quanto ai credenti; ai primi essa mostra malattie giudicate inguaribili da medici insigni, eppur cessate talvolta ad un tratto; ai secondi insegna che la stessa Fede ha i suoi limiti anche là dove essi la vorrebbero onnipotente.
Pur qui giova ricordare l’ultimo ammaestramento del grande Charcot. "È la Fede che guarisce"! Orbene, perchè il medico, messo dinanzi a malattie dolorose, ripugnanti, immutabili da anni, e che sembrano portare alla tomba senza remissione, non potrebbe pensare a questa azione medicatrice, sia essa da suggestione, come sostiene la Scienza positiva (non senza esagerazioni), sia per contro dovuta a forze incoscienti tuttora misteriose, poste in attività dal sentimento religioso?
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