Altro caso è quello della Contessa Batthiany, che al marito carcerato procurò un temperino per tagliarsi le vene.
Ma gli esempî più caratteristici di suggestione al suicidio si hanno nelle coppie suicide, generalmente di amanti, più raramente di parenti stretti, di coniugi, che si votano alla morte, ordinariamente l’uno per mano dell’altro, spintivi da passioni d’amore contrastato, da sconforto per miseria, ecc. Nella coppia v’è quasi sempre, come avvertì Scipio Sighele, un istigatore ed un istigato, un suggestionatore ed un suggestionato, ed i generi preferiti di morte sono per lo più la rivoltella, o il carbone, o il veleno, talvolta per rara eccezione l’allacciamento dei due corpi e la precipitazione in acqua o dall’alto, rarissimamente, a differenza degli Antichi, l’arma da taglio e punta. Questi casi, oggidì numerosissimi, esulano però dal dominio della vera eutanasia, quantunque la morte sia desiderata voluta e raggiunta per sfuggire ad agonie e strazî morali o a privazioni crudeli, che rendano la vita insoffribile alle due vittime, e corrispondono, in sostanza, ai dolori fisici di un male insopprimibile; ritorniamo, in ogni modo, alle morti volontarie anzi tempo richieste, e se non propriamente istigate nel vero senso del termine, almeno non sconsigliate nè impedite, di coloro che patiscono di malattia organica.
Il surrogato eutanastico del suicidio consigliato favorito ed aiutato dal medico o dai famigliari non può passar liscio finchè durano le attuali concezioni del Diritto.
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