); 3° che ciò invece non sia mai permesso nella imminenza di morte e al solo scopo di togliere al morente il sentimento del dolore; 4° che i medici debbon fare ogni sforzo per dissuadere i loro clienti dal fare uso di narcotici e stupefacenti".
Debbo subito osservare a quei rispettabilissimi Sacerdoti che il loro Decreto, piuttosto feroce nel suo rugiadoso pietismo, ripete a un dipresso l’apologia del medico che ci regalano le Sante Scritture. Quivi si leggono queste parole: "Onora il medico perchè potrai aver bisogno di lui, ed è Dio che creò questa professione... L’Altissimo trasse dalla terra le piante medicinali, e il saggio non le sdegnerà. La scienza scopre i suoi segreti, e Dio dà la scienza agli uomini affinchè imparino a glorificarlo nelle sue opere... Il Medico, mediante le virtù di queste piante, guarirà od addormenterà i loro dolori" ("Ecclesiastico", XXXVIII, v. 1-7). Altri, ad es. Mons. Martini, traduce "mitigare" anzichè "addormentare"; ma, insomma, la Sacra Parola non stabilisce limite all’opera alleviatrice del medico, e questi, con larghezza di interpretazione, ritenendo un "dolore" anche il trapasso, potrebbe sempre continuare la sua missione alleviatrice pur di fronte alla Morte.
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Vediamo ora la posizione del medico in un caso di eutanasia pietosa propriamente detta. Ben ricordava il Tarde come non vi sia accidente ferroviario in cui qualche disgraziato, orribilmente schiacciato e mutilato, non abbia scongiurato a lungo, e sempre invano, i testimoni del suo martirio ad abbreviarglielo.
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