), suscettibile di un più moderato perfezionamento e di una civile concorrenza pel dominio dei Continenti e degli Oceani.
Una selezione etnarchica in tal senso si potrebbe raggiungere con due processi: 1° la distruzione delle razze inferiori; 2° l’isolamento sessuale dei Bianchi, ossia la assoluta proibizione di unioni riproduttive con dette razze di basso valore intellettuale e sociale. Il primo metodo importa conquista definitiva dei territorî abitati dalle razze di colore (toltine i Gialli), quindi guerre e massacri, come si è fatto in ogni tempo di violenta presa di possesso di contrade "colonizzabili", a cominciare dalle invasioni protostoriche e barbariche, e dalla conquista del Centro-America per opera sanguinaria degli Spagnuoli di Pizarro e Cortes, sino alla caccia con cani mastini organizzata dagli Inglesi (sempre "idealisti" e "umanitari!") per "incivilire" i Maori della Nuova Zelanda, ed alla iniqua loro guerra del Transvaal per domare i liberi Boeri. Un mezzo più "civile" è stato meditatamente e lentamente usato per altre popolazioni: ad es., nella Polinesia, su razze bellissime e altrimenti utilizzabili, l’intossicazione coi nostri alcoolici e la decimazione mediante i contagii della tubercolosi e della sifilide. E così si viene di sicuro operando una "selezione di razza"!; ma nessuno, che abbia senso di umanità, vorrà ammettere che questi metodi facciano onore alla Civiltà europea e ne elevino il livello morale.
Rimane pertanto, nei limiti dell’onesto ed anche del possibile, la selezione sessuale; Carlo Richet ne ha lungamente esposte le ragioni superiori e la procedura.
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