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      E sgraziatamente eravamo al punto in cui questa ignoranza e passività, non piú un puro fatto era, ma era sistema. L'uomo aveva riescito a convincerla non esserle lecito formare il minimo criterio, né possibile formarne alcuno assennato, in base a che, avea ella abbandonato ogni studio siccome a lei improba quanto vana fatica; e questa estrema risultanza dello egoismo d'un sesso e dell'ignoranza dell'altro, diveniva alfine la pubblica opinione, assicurando al primo un tranquillo dominio.
      Ma ecco ai nostri tempi sorgere col programma di tutte le possibili libertà anche alla donna un'era novella, ed in mezzo ad assennate e serie riforme affacciarsi le umoristiche esorbitanze inseparabili da ogni epoca di transizione; e tornar in campo, sublime per idealismo siccome venerata per vetustà di concetto, la repubblica platoniana. Ed ecco che, mentre l'orientalismo proclama la donna puro stromento di piacere, il cattolicismo la vuole serva rispettata, la cavalleria scopo delle imprese e premio dei tornei, la teologia, come il vasaio colla sua creta, ne fa vasi d'onore e d'obbrobrio,(3) la poesia il bersaglio a tutte le sue esagerazioni, il nostro secolo un'addizione al sesso virile; che fa la donna? La donna, siccome un attore che si orna per la scena, deve chiedersi ogni giorno qual commedia si rappresenti e davanti a qual pubblico, per sapere qual piú le s'addica di tutti i costumi di che si vorrebbe coperta. Nessuna lusinga per lei d'uscirne coll'unanime aggradimento. Condannata ad esser relativa ai tempi, ai costumi, ai luoghi, agli individui, curva sotto il ponderoso fardello dei pregiudizii sociali, portando sola, la pena della licenza e degli errori dell'altro sesso, è, e sarà, finché non si desti alla coscienza di sé, il paria fra gli esseri viventi.


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La liberazione della donna
di Anna Maria Mozzoni
pagine 272