Questo fatto che, siccome basato sulla semplice autorità, poco proverebbe se chiamato fosse a stabilire la verità d'una scientifica sposizione, od a convalidare la solidità d'un raziocinio che a sé stesso non basti (avvegnaché e storia e filosofia cospirino a non ammettere l'umanità degradata sibbene primitivamente ignorante), questo fatto, dico, diviene categorico e perentorio quando a provare la generalità e costanza di tal sentimento lo indirizziamo.
Ora, siccome è vero che, l'effetto non nasce che dalla causa, la conseguenza tradisce la premessa, lo edificio rivela l'architetto, cosí l'universo predica una ragion prima. Il caso, che l'ateo volle a ragione di questo fatto, se è per lui ragione sufficiente, per lui il caso è Dio, e non v'è fra lui e il general sentimento che una questione di vocaboli; ma s'egli la considera siccome ragione accidentale egli da sé bene inesperto si proclama, avvegnaché, sopra qualunque cosa egli esperimenti le combinazioni del caso, sempre le avrà avvertite, vaghe, disordinate e soprattutto incostanti; cosicché il comun senso definisce col vocabolo caso ogni combinazione, che manca affatto d'ordine, di durata e di leggi; il ché senza impugnare il testimonio della scienza (che va ogni dí scoprendo la ragion delle forze nel meccanismo universo, e potentemente le applica), senza rifiutare in ogni filosofia il supremo emanato della ragione fatto eminentemente ordinato, senza accagionare di allucinazione i nostri sensi tuttodí colpiti dall'armonia inalterabile della natura, sarebbe deplorabile follia diniegare.
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Dio
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