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... Ammessa l'esistenza della divinità, l'uomo le deve omaggio e riconoscenza, ed ecco sorgere la religione donde i culti ed i riti; ammessa l'immortalità, ecco sorgere con essa l'infinito progresso; ammesso il premio e la pena, ecco sorgere la ragione della morale, donde la sociale felicità.
Premesse queste poche parole a prevenire le nostre lettrici del punto da cui partiamo, né potendo noi piú inoltrarci nelle religiose teorie senza specializzare, epperò renderci a molte impossibile (e non trovando pur necessario il farlo dacché abbiam già trovato la ragione religiosa), passiamo a disquisirne i caratteri, segnalarne le viziose applicazioni e le vere.
Essenzial carattere dell'ossequio, che l'uomo prestar deve alla divinità, è l'esser questo ragionevole, essendo ragionevole chi lo presta, e verità assoluta, e ragion d'ogni cosa, l'essere supremo a cui è rivolto; perciò l'assurdo è insulto a Dio, né può essere scusato che dall'invincibile ignoranza. Assurdo perciò non potea ch'essere, a mo' d'esempio, il sacrificio, il quale intendeva onorar Dio col distruggere la sua fattura: ciò non potea scusarsi che dall'ignoranza, ma il sacerdote il quale godeva le parti comestibili delle vittime sacrificate, epperò eccitava continuamente i popoli ai sacrificii, non era piú ignorante, era furbo; e l'iterato fumo de' suoi incensi non era che un insulto a Dio, ch'egli faceva servire a suoi interessi.
Piú d'una vedrà forse altra cosa, che l'infanzia dello spirito umano, in questi riti dell'umanità primitiva, ma noi risponderemo con una sola osservazione.
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Dio Dio Dio
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