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      I sacrificii cruenti, criminosi, se di vittime umane, assurdi se di ostie brutali, cessarono sotto l'impero di due autorità. La prima fu il Vangelo, che promulgò la piú razionale delle religioni; la seconda fu il progresso della civilizzazione, che chiarí allo spirito umano la vanità di cotali ossequi e la loro assurdità. Ora se i progressi della ragione resero incompatibile il sacrificio, ciò basta per dare il nome alla cosa.
      Dovendo l'umano ossequio alla divinità essere razionale, ne emerge di natural conseguenza, che non debbano le esterne sue manifestazioni superchiare agli occhi nostri in importanza l'intimo sentimento che li produce...
     
      ... L'umanità bambina che, simile all'uomo di poco tempo, era incapace d'un lavoro affatto speculativo, ma trovavasi tuttavia sotto il dominio delle sensazioni, avendo col senso morale l'idea della virtú, ammirava però maggiormente quelle doti di natura e di fortuna, per le quali un uomo sugli altri acquista materiale e sensibile superiorità. Laonde meglio che la mitezza era stimato il coraggio, meglio che il generoso perdono la valorosa vendetta, piú che la sublime lealtà dell'anima, l'astuzia feconda di mezzi e ricca di successi, piú che riverenza dei diritti, il feroce sterminio e la prepotente conquista; piú che la castigata verecondia, la dissoluta e facile bellezza. Di tal maniera di giudizio dell'antica umanità hassi pena più presto a sceverarne le troppe prove che ad adunarle. Tutto ce lo insegna, dall'Iliade d'Omero fino ai sontuosi monumenti alle ceneri di Pitionice, fino agli incensi bruciati ad Alessandro, fino al divinizzamento dei Cesari.


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La liberazione della donna
di Anna Maria Mozzoni
pagine 272

   





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