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... Fin qui Beccaria, e noi facendo plauso alla sua equità aggiungiamo, che una legislazione, che non considera a cittadini tutti indipendentemente ed egualmente i membri della sua società, e non garantisce a ciascuno i mezzi di perfezionamento e la libera autonomia, perde il diritto al rispetto ed alla obbedienza, e dove punisce non esercita che una fredda violenza; poiché non l'uomo è fatto per la legge, ma la legge è fatta per l'uomo, e dove ella non raggiunge il suo bene ed il suo meglio non ha nessuna ragione d'esistere.
Che cos'è la paternità? In faccia alla natura è un semplice impulso, in faccia alla legge è una ancor piú semplice ipotesi, dovunque e sempre è ombra e mistero.
Da ciò ne risulta, che se la madre ha sempre diritto innegabile al rispetto ed all'amor della prole, alla quale la natura la indice con evidenza, il padre non partecipa a questi diritti, se non in quanto siasi egli stesso incaricato di provare al figlio la paternità sua, tutti verso di lui compiendo quei doveri di alimentazione e di educazione che la ragione gli suggerisce.
Tanto ci insegna semplicissima riflessione sulla logica dei fatti. Ma gli uomini sono eternamente inclini a costruire gli edificii loro sulle ipotesi, ed anche qui preferirono meglio fondar sull'ipotesi che sull'evidenza; ed innalzarono la patria potestà che, come piramide partita da larga base, col diritto di morte e di vendita sui figli, andiede in appresso assottigliandosi; ma ne rimane oggi stesso pur tanto da non lasciarci credere di troppo posteriori alla antica Roma.
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Beccaria Roma
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