Pagina (78/272)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      In grazia che l'umanità ha un secolo di più, si rassegna ad emancipare tutti i suoi membri maschi, ché, in quanto ai membri femmine, non c'è mai premura; ed egli trova d'altronde, che il diritto scritto fa molto bene d'emanciparsi un po' dal diritto naturale, troppo piú democratico che non comportino certi interessi; per cui: «Trattandosi di successione paterna, o di altro ascendente paterno maschio, la porzione di successione che spetterebbe alla femmina, o suoi discendenti, eredi o non della medesima, sarà devoluta, a titolo di subingresso, e secondo le regole di successione, ai suoi fratelli germani, o loro discendenti maschi da maschi, ove esistano; e in difetto di fratelli germani o loro discendenti maschi, ai fratelli consanguinei e loro discendenti maschi da maschi come sopra.»
      Il § 944 decreta la stessa disposizione riguardo alla successione d'un fratello germano o consanguineo, se la donna trovasi qui pure in concorrenza con maschi, o con loro discendenti maschi da maschi, come sopra.
      Il § 944 conferma la stessa disposizione riguardo alla successione materna, esclusa solo la concorrenza dei fratelli consanguinei.
      La donna sorella, è l'elemento sul quale fa, assai generalmente, le sue prime armi la petulanza virile; e queste disposizioni sembrano fatte per apporre la legale ratifica a questo comunissimo fatto; ma, cessato il feudalismo, gli uomini della legge sentono benissimo di non potere in alcun modo, non che giustificare, neppure spiegare, non fosse altro, con ragioni di coerenza siffatta ingiustizia.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

La liberazione della donna
di Anna Maria Mozzoni
pagine 272