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      Perché non potrà il ministero dell'istruzione accogliere largamente la donna ne' suoi mille uffici d'insegnamento e d'ispezione, e non lo potrà proprio in Italia, che vide in non remota età, e sotto la retriva monarchia papale, le cattedre universitarie coperte una dopo l'altra da donne?
      Perché non potrà il ministero dei lavori pubblici, nelle mille sedentarie occupazioni che ne dipendono, impiegare le donne, alle quali lo Stato abbia prima provvisto il tecnico insegnamento, come nella Inghilterra?
      Perché non potrà il ministero dell'interno aprire molti rami delle sue amministrazioni alla donna, e piú specialmente le direzioni e le ispezioni degli spedali e degli istituti di beneficenza, gestioni nelle quali i suoi pietosi istinti risponderebbero al mondo della sua sollecitudine?
      Perché non potrà negli uffici ferroviari sostituirsi la donna, senza il menomo inconveniente, a certi Atlanti dalle colossali ed atletiche forme, che con ameno contrasto distribuiscono microscopici pezzetti di carta?
      Mentre l'America, l'Inghilterra, la Svizzera, e fin la Prussia e l'Austria, con rapido cammino si discostano piú sempre dalle vecchie istituzioni, non potrà l'Italia, se non precederle, almen seguirle? Sarà ella questa sempre la terra che, tutta legata al passato, si lascia tutta quanta seppellire sotto la polvere dei secoli? Non si ispirerà essa mai al futuro? Non assumerà essa mai l'iniziativa d'un progresso?...
     
      ... A dare certo compimento a questo breve e compendioso lavoro, ci rimarebbe ad esaminare la donna in faccia al contro-progetto del Senato.


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La liberazione della donna
di Anna Maria Mozzoni
pagine 272

   





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