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      Non possiamo però conchiudere questo sunto senza porgere un giusto tributo di lode e d'ammirazione all'onorevole ministro, che nella sua bellissima relazione si mostra cosí bene all'altezza dei tempi, ed ha saputo nel suo progetto incarnare i principii dell'epoca e le aspirazioni della parte colta e pensante della nazione. Ma tanto piú gli porgiamo lode in quanto non ci sono ignoti i vieti e tenaci pregiudizii della giurisprudenza colla quale dovea intendersi, e le conservatrici e retrive tendenze del Senato al cui tribunale dovea il suo lavoro comparire.
      Egli ha capito che parlar di riforma ed ispirarsi al passato è illogico, è assurdo, è incompatibile, epperò, con vera sapienza, consultò il presente e l'avvenire, armonizzando le leggi colla filosofia, coi costumi e coi bisogni.
      Mentre caldamente desideriamo che la nazionale rappresentanza applauda e sancisca il lavoro del ministro, in vista dell'urgente bisogno in cui versa il paese di piú libere istituzioni, non possiamo a meno di insistere a che si prendano in considerazione le tesi da noi poste.
      Ancora un passo, e l'Italia sarà a fianco alle piú colte e piú avanzate nazioni.
      III.
      RISPOSTA ALL'OPUSCOLO DELLA SIGNORA ELVIRA OSTACCHINI(9)
     
      In questa Risposta, la Mozzoni adopera la forma del dialogo, che i propagandisti popolari usavano spesso per diffondere le loro idee. Il tono è volutamente superficiale, ma il carattere piccolo-borghese del filisteismo proudhoniano è colto con chiarezza, e chiara risulta la denuncia del sentimentalismo di facciata, col quale veniva nascosta la discriminazione tra i sessi.


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La liberazione della donna
di Anna Maria Mozzoni
pagine 272

   





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