.. ella ignorava, meschina!, che «poesia è apostolato e rivelazione». Le sue forze vennero meno ed ella diede le sue dimissioni.
Dopo la poesia, la filosofia. Ed ecco coi sistemi dogmatici «la speranza, il conforto, la fede», coi materialisti lo scetticismo, la disperazione; e lungo le milliformi variazioni di questi due grandi paralleli starsene schierati e combattenti i robusti campioni della fede e della ragione, gli ontologisti e gli psicologisti. Le due parallele ora si accostano ed ora si scostano: ad ogni curva, ad ogni prominenza, ad ogni sghembo stà piantata una scuola, un sistema ed un drappello di combattenti. Si isoli pure l'uomo, cresca all'ombra selvaggia d'una deserta pineta, senza udir voce di simili mai; cerchi, frughi, mediti, percorra in ogni senso lo sterminato olimpo dell'idea, quando crederà di recare al mondo il parto nuovo delle sue solinghe elocubrazioni, si troverà caduto su due piedi in un punto qualunque delle due terribili parallele. La Ostacchini che vuole ad ogni patto far qualche cosa di nuovo si disgusta anche colla filosofia e volta cammino.
Seguiamola ancora, perché dovrete convenire che è una creaturina interessante la nostra Elvira, con quel suo spirito da cavalier di ventura.
Scesa dalle nubi nel basso mondo il suo occhio è colpito da un fatto abbastanza comune ma pur sempre degno d'interesse e di menzione: che cioè «Aprile fa i fiori e Maggio ne ha gli onori», in volgare, che chi lavora non ha pane, e chi non lavora viene alla luce colla tavola apparecchiata e la minestra servita, che l'onesto è satollo d'obbrobrio e di ignominia, e l'inonesto non di rado ha nome sacra maestà, altezza, eminenza, eccellenza, onorevole, o per lo men cavaliere; che l'uomo fa, dice, disfa bene o male, eccellentemente o scelleratamente, il che non toglie che abbia sempre piú o men ragione; e che la donna quando è giunta a furia di buon senso e di virtù ad accumulare dieci ragioni si guarda in mano e ne trova men che prima, e via dicendo.
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Ostacchini Elvira
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