(Apro una parentesi per avvertire le mie lettrici, che queste ed altre cose ch'io traduco in prosa la nostra Elvira le dice in poesia, ossia in tanti periodi ben disposti, armoniosi, rotondi: ma io so che le mie lettrici tengono all'idea piú che alla forma e sanno che «l'abito non fa il monaco».)
Eccola dunque, appena avvertito il male, in cerca dei rimedii. Dovete aver capito che si tratta d'una ragazza di buon cuore: state dunque sicure di udire tutto un programma per lo men socialista; e ve ne stanno garanti certe ammirazioni per Proudhon che fanno capolino ad ogni tratto lungo il Caos, ché Proudhon nel Caos ci stà a suo agio come un pesce nell'acqua, come il paradosso nella confusione.
Abbasso dunque il Bramino, la udremo gridare; abbasso il Bramino che dispotizza col dogma! - Abbasso il Vasia che dispotizza con l'oro! - Sudra! hai finito di servire, alza la fronte ed associati ai tuoi fratelli nel condominio della creazione! - Paria! rientra nel consorzio delli uomini, e non ti spaventi piú l'incontro del Bramino! Le sue puppille sono cieche del lampo divino che incenerisce il sacrilego: le sue benedizioni non fecondano piú la terra, e le sue maledizioni trovano sorda la divinità e l'uomo schernitore! - Donna! esci dalle ombre perpetue del tuo gineceo; spezza gl'ingenerosi chiavistelli dei tuoi harem; scuoti dalle tue chiome i servili profumi dell'odalisca ed indorale cantando ai raggi del Sole della libertà! scaldati all'aure tepide e libere le belle membra assiderate dai geli secolari dei tuoi sepolcri, e tu o mondo sorridi ed esulta alle infrante catene della tua regina!
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