Vedo tenori senza prime donne, vedo tiranni senza vittime, vedo infine tutti gli uomini senza le donne... È forse risolto il problema della generazione spontanea?
Elvira - Ma vi dirò. Ecco, è una messa in scena di nuovo genere. Cioè, veramente non ne son'io l'inventrice. Mosè e Manú han fatto il loro meglio per farla passare e vi son riusciti per benino. Giunse Gesú che pensò bene di allargar le dandine a tutte le cose imbrigliate, e mise fuor di moda il ritrovato. Ma poi venne Maometto e la ripose in onore; e se in quei paesi in cui l'Opera va di questo passo la razza umana si conserva discretamente imbecille... però... si vive... Proudhon mio insigne maestro si provò di estenderla anche in Occidente, ed io sulla sua intonazione ho concertato il mio Caos. - «Noi donne stiamocene spettatrici; non discendiamo nell'arduo campo.» (A carte 13.)
Io - Ma perché, Elvira, volete mettere tutti gli uomini sul proscenio e tutte le donne in platea? La vostra Opera mancherà d'interesse e di verità!
Elvira - «Perché le nostre forze essendo naturalmente al disotto verrebbero meno all'altissimo compito.» (A carte 13.)
Io - Per esempio vorreste provarmi ciò che vi piace asserire?
Elvira - «Questo è ciò di cui mi hanno intimamente convinta i miei studii, o per meglio dire le mie letture e le mie osservazioni... Né posso persuadermi che vi siano donne che abbiano il coraggio (capite) il coraggio (dico) di pensarla tanto diversamente.» (A carte 13.)
Io - Calmatevi, Elvira, ed abbiate la bontà di catechizzarmi con un po' di maniera, se è vero che siete una donna.
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