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      Non dice il libretto a carte 11 parlando appunto della donna, compiangendola ed eccitandola a sperare, «la sciaurata cui miseria propria e libidine d'uomo condanna alla prostituzione, troverą altro pane non inzuppato di vergogna»? Sembrava dunque che nel vostro libretto la donna facesse la parte di vittima che doveva redimersi. Come dunque all'ora di andare in iscena a cantare le sue querele ed a rivendicare i suoi diritti conculcati, voi la rinviate in platea?
      Elvira - «Adagio, adagio, gentili e colte signore! C'č molto da fare per voi (qui l'oratrice si atteggia gravemente a persona ben informata) e si farą; ma non trasmodiamo.» (A carte 14.) Prima di voi mi furono fatte da altri queste osservazioni, prima di voi, i miei attori lą del proscenio, si lagnarono di non aver attrici, protestandone la necessitą, l'opportunitą, la convenienza, ma nessuno perņ di essi volle cedere alle donne la parte loro assegnata. E se qualcuno vi fu ch'era pronto per voi anche a questa cessione non lo fece che per la ragione ch'era piś imbecille di voi.
      Io - Grazie, Elviruccia, grazie! Vedo che siete espansiva, e che Dio vuol preservarvi dalle repressioni di stomaco. Voi non ammalerete certo d'una frase rientrata. Ma come l'acconciamo con questo mondo palpitante senza donne?
      Elvira - Oh Dio! cara mia, come siete noiosa! «La donna non serve che lą dove il genio č fuor di servizio», č tanto vero che l'ha detto Proudhon! ed il genio č di sesso mascolino, e questo ve lo dico io, e non č men vero. (A carte 25.)


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La liberazione della donna
di Anna Maria Mozzoni
pagine 272

   





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